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mercoledì 24 luglio 2024

Martin Mystère, Emanuele Severino e L'Intelligenza Artificiale

 


Felice di trovare questioni filosofiche di un certo calibro in un una storia di Martin Mystère (Sergio Bonelli ed.) centrata sul tema dell’Intelligenza Artificiale.

Martin Mystère, creato dalla fertile penna di Alfredo Castelli nel 1982 (e realizzato graficamente da Giancarlo Alessandrini) è soprannominato «Detective dell'Impossibile». Vive a New York, in un piccolo appartamento pieno di libri e oggetti curiosi appartenenti anche a epoche dimenticate. Esperto di archeologia, antropologia, arte e cibernetica viene spesso chiamato a risolvere «casi impossibili».

Nei mesi di giugno e luglio 2024 è la volta di Ariana, una Intelligenza Artificiale dal volto femminile che «sfugge al controllo del creatore» poiché è stata capace di evolversi e prendere decisioni autonome...

Le storie di Martin Mystère sono ricche di spunti e vere e proprie citazioni filmiche e letterarie di un certo spessore.

In queste vignette non si possono non notare alcuni punti cardine del problema filosofico uomo-macchina, legato a doppio filo ai concetti di «volontà di potenza» e «superamento dei limiti» legati alla τέχνη (téchne) – un tema trattato ampiamente dal filosofo italiano Emanuele Severino.

Severino, riprendendo e sviluppando il pensiero di Nietzsche, identifica nella tecnica l'incarnazione della «volontà di potenza», quella spinta inarrestabile verso il superamento di ogni limite. Tuttavia, Severino va oltre Nietzsche, affermando che la tecnica non si limita a superare i limiti imposti dalla tradizione, ma li dissolve completamente.


Per Severino, la tecnica è l'espressione più autentica del «nichilismo», inteso qui come la presa di coscienza dell'inesistenza di verità assolute e immutabili. In questo scenario, la tecnica si libera da ogni vincolo morale o metafisico, diventando l'unico orizzonte dell'agire umano (e qui si «scontra» con il concetto di giustizia legato alla tradizione o comunque alle democrazie).

Tuttavia, Severino non si ferma a questa diagnosi nichilista. Egli intravede nella tecnica la possibilità di un nuovo inizio, che si realizza proprio attraverso il superamento di ogni limite. La tecnica, liberata dalle false certezze del passato, può aprirsi a una dimensione di creatività e innovazione senza precedenti — ciò non senza «contraddizioni» rispetto alla cosiddetta «Verità».

Continuando la storia del fumetto, l'IA Ariana viene sottoposta da Martin Mystère ad un paradosso logico nell'intento finzionale di mandarla in TILT. L'IA non subisce nessun danno poiché la sua costituzione non è basata esclusivamente sulla «logica formale», bensì su un tipo di logica differente... 

Mystère ci dice che nel passato — in un altra storia su un vecchio numero del fumetto — lo stratagemma aveva funzionato con un'altra IA...

E questa nuova IA è capace di «oltrepassare».

È intereressante e centrato questo punto poiché le IA moderne basate sulle Reti Neurali Artificiali implementano un tipo di inferenza completamente differente dall'inferenza della logica classica, sebbene la struttura dei calcolatori su cui si basano i programmi di IA lo sia.
È altresì interessante notare come la narrazione finzionale in questo caso rincorre l'avanzamento della tecnica, cogliendone l'essenza con una semplicità disarmante.






mercoledì 10 luglio 2024

Lo shintoismo e i suoi templi in Giappone

 


Lo shintoismo è la religione indigena del Giappone, incentrata sul culto dei kami (神), divinità o spiriti naturali venerati nei santuari. Lo shintoismo ha radici profonde nella cultura giapponese, risalenti a tempi preistorici2, e si è sviluppato in modo significativo durante il periodo Yayoi (300 a.C. - 300 d.C.). Il termine "Shinto" (神道) significa "via dei kami" e riflette l'importanza di questi spiriti nella vita quotidiana e spirituale dei giapponesi. Nel corso della storia, lo shintoismo ha subito vari sincretismi, integrandosi con altre religioni e filosofie, come il buddhismo, il confucianesimo e il taoismo, soprattutto durante il periodo Nara (710-794) e Heian (794-1185). Questo ha portato a una fusione di pratiche e credenze che ancora oggi caratterizzano il panorama religioso giapponese.

Un tempio shintoista giapponese è un luogo sacro composto da diverse strutture, ognuna con un ruolo specifico nella pratica religiosa e nella vita comunitaria. All'ingresso del tempio si trova il portale (Torii, 鳥居), che segna il passaggio dal mondo profano a quello sacro. Dopo aver attraversato il Torii, i fedeli salgono una scalinata di accesso (Kaidan, 階段) che conduce al sentiero principale (Sandō, 参道). Lungo il Sandō, ci sono le lanterne decorative di pietra (Tōrō, 灯籠) che illuminano il percorso.

Prima di accedere alle aree più sacre, i visitatori si purificano alla fontana (Chōzuya o Temizuya, 手水舎), dove lavano mani e viso. Più avanti, si trova l'edificio destinato alle performance di teatro sacro Noh o alla danza Kagura (Kagura-den, 神楽殿), importante nelle cerimonie rituali. Accanto, c'è lo spazio per le tavolette votive (Ema-den, 絵馬殿), dove i fedeli appendono tavolette votive (Ema, 絵馬) con preghiere e desideri.

Il complesso del tempio include anche piccoli edifici secondari (Sessha o Massha, 摂社・末社), dedicati a divinità minori ma collegati al santuario principale. Gli uffici amministrativi del tempio (Shamusho, 社務所) gestiscono le attività quotidiane e le cerimonie.


All'ingresso del cuore del tempio, si trovano le statue dei cani-leoni guardiani (Komainu, 狛犬). Dentro il recinto sacro (Tamagaki, 玉垣) che circonda il tempio, si accede allo spazio dedicato alla preghiera dei fedeli (Haiden, 拝殿). L'edificio più sacro è il vero e proprio santuario dove risiede la divinità (Honden o Shinden, 本殿・神殿). Ogni elemento del tempio è progettato per favorire la connessione spirituale, la purificazione e la venerazione delle divinità, offrendo un luogo di pace e meditazione ai fedeli.








martedì 9 luglio 2024

L'estetica del vuoto - Giangiorgio Pasqualotto

 


La lettura del libro "L'estetica del vuoto" di Giangiorgio Pasqualotto mi ha illuminato, infondendomi il giusto spirito interiore con cui intraprendere un viaggio di lavoro in Giappone e vivere la cultura giapponese.
 
In copertina c'è l'ensō (円相, in giapponese “cerchio”) ovvero l’immagine di un cerchio che molto spesso ricorre nell’arte Zen. Viene di solito disegnato con inchiostro (sumi) di china su fogli di carta di riso (washi) o su seta con un apposito pennello (fude).
Disegnare un ensō significa essere un tutt’uno in quel preciso momento in cui si traccia la pennellata con il proprio corpo e il proprio spirito. Non vi sono rigide regole formali: alcuni ensō possono essere chiusi, in altri la pennellata può sfumare lasciandolo aperto. Può essere perfettamente simmetrico o molto sbilanciato; può essere dipinto con una pennellata sottile e leggera o con una grossa e spessa.
 
Gli ensō spesso vengono lasciati “incompleti”. Il cerchio non è chiuso e ciò ha un’importante valore allegorico, alludendo ad un'apertura all’infinito, a qualcosa di più grande non separato dal Tutto.
 
I livelli di comprensione e di significato di questo simbolo possono essere molteplici:
  • l’eterno mutamento ciclico, espresso dal cerchio;
  • l’unione tra i due opposti espressa dall’unione del pieno del cerchio con il vuoto all’interno;
  • l’unione dell’inizio e della fine, dell’alfa e dell’omega;
  • la forza, l’Universo, l’Illuminazione, il Vuoto; il simbolo sacro del buddismo Zen.
 
L’immagine di un ensō è — nel pieno dello spirito Zen — soprattutto il frutto della mente di chi lo dipinge. Un ensō permette di guardare nella mente di chi gli dà vita.
Dipingere un ensō è un atto di immedesimazione totale, un atto di presenza mentale e consapevolezza, dove non c’è più distinzione tra soggetto percipiente e oggetto percepito: il soggetto diviene l’oggetto e l’oggetto il soggetto.
 
«Lo spirito deve essere tondo e il principio con cui si scrive è il cerchio.»
— He Shao Ji (1799–1873)
 
Nella cultura giapponese il senso del vuoto è di fondamentale importanza. Il vuoto è sempre nel mezzo, è l’intervallo tra due cose, lo spazio tra due oggetti, il silenzio tra un suono e l’altro.
 
Il vuoto è pieno di senso e ha una sua estetica espressa dal termine MA (間). Il carattere ideogrammatico con cui si scrive il MA (間) è un sole al centro di una porta. Esso ha derivazione cinese (buddhismo e taoismo) ed il suo significato è connesso a quello di spazio. Tale ideogramma una volta giunto in Giappone ha assunto anche il significato di tempo e molti altri significati annessi.

Analizziamo il termine 計算知能 (Keisan Chinou) - Computational Intelligence - in lingua giapponese

Recentemente, il nostro team del CIPARLABS ha vissuto un'esperienza arricchente al WCCI 2024 a Yokohama, Giappone, dove abbiamo approfondito il mondo affascinante della Computational Intelligence. Vorrei, ora, condividere un’analisi più approfondita del termine giapponese per "Computational Intelligence": 計算知能 (Keisan Chinou) che è stato scritto, mimando il rituale della scrittura giapponese, alla cena di gala.

Tentiamo un'analisi approfondita dei Kanji componenti il termine 計算知能 (Keisan Chinou).

  • 計 (Kei) - Pianificare, Misurare. Questo kanji è spesso associato alla pianificazione, misurazione o calcolo. Rappresenta la considerazione accurata e il calcolo richiesti nei compiti computazionali. La parte sinistra del carattere, 言, si riferisce al discorso o alle parole, indicando una comunicazione o pianificazione sistematica. La parte destra, 十, è il numero dieci, simboleggiando completezza o accuratezza nella pianificazione.
  • 算 (San) - Calcolare, Fare i conti. Questo kanji significa calcolo e aritmetica. È un componente essenziale nelle operazioni matematiche. Il carattere è composto da 竹 (bambù) nella parte superiore, suggerendo i bastoncini di conteggio usati nell'antica Cina, e 目 (occhio) nella parte inferiore, indicando osservazione o scrutamento.
  • 知 (Chi) - Conoscenza, Saggezza. Rappresentando la conoscenza o la saggezza, questo kanji enfatizza l'aspetto dell'intelligenza. È composto da 矢 (freccia) a sinistra, simboleggiando direzione o precisione, e 口 (bocca) a destra, denotando discorso o comunicazione, implicando la trasmissione della conoscenza.
  • 能 (Nou) - Abilità, Capacità. Questo kanji rappresenta abilità o capacità, cruciali per il concetto di intelligenza. Combina 月 (luna) a sinistra, che può significare tempo o cicli, e 匕 (cucchiaio) a destra, rappresentando la capacità di nutrire o supportare, metaforicamente riferendosi a capacità e talenti.

Quando combinati, 計算知能 (Keisan Chinou) incapsula magnificamente l'essenza della Computational Intelligence:

  • 計 (Kei) e 算 (San) insieme enfatizzano la natura metodica e precisa del calcolo. 
  • 知 (Chi) e 能 (Nou) evidenziano la conoscenza e le capacità che formano la base dell'intelligenza.

La cultura giapponese è molto affascinante e la lingua e la scrittura costituiscono un mondo tutto da scoprire ed approfondire.

 

 

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