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martedì 5 marzo 2024

Lasciando che la macchina “interpreti” Deluze

  



Oggi giochiamo un po’ con DALL-E 3 l’Intelligenza Artificiale multimodale, integrata in GPT-4, capace di generare immagini molto accattivanti e ricche partendo da un breve testo chiamato in gergo tecnico prompt.

Questa volta gli è stato dato in pasto una citazione di Gilles Deleuze tratta da “Logica del Senso” (1976).

Il prompt proposto alla macchina è esattamente questo:

«Rappresentami questa citazione di Gilles Deleuze: "Secondo Aion soltanto il passato e il futuro insistono e sussistono nel tempo. Invece di un presente che riassorbe il passato e il futuro, un futuro e un passato che dividono ad ogni istante il presente, che lo suddividono all'infinito in passato e futuro, nei due sensi contemporaneamente. O meglio è l'istante senza spessore e senza estensione che suddivide ogni presente in passato e futuro, invece di presenti vasti e spessi che comprendono gli uni rispetto agli altri il futuro e il passato"»

Sotto si può visualizzare una “interpretazione” che ne dà la macchina. Si precisa che non è stato fornito alla macchina nessun altro dettaglio.

Altrove ho scritto che allo stato attuale questi algoritmi, ancorché sperimentali e basati su modelli funzionali delle reti neuronali biologiche, sono capaci di apprendere e replicare schemi molto generali di alto valore semantico. Non solo, tali algoritmi sono in grado di mimare alcune precipue capacità cognitive umane. In particolare, la macchina emula una specifica tipologia di pensiero definibile come “analogico” (fino ad oggi ritenuto esclusivo dei primati - superiori) e che si contrappone al pensiero logico, quello che il Nobel Daniel Kahneman definiva in “Pensieri lenti e veloci” (2011) sistema 2 o “sistema lento”. Di fatti, è constatabile che il pensiero logico, richiedente molto sforzo mentale (le cellule cerebrali consumano parecchi zuccheri e ossigeno), non è immediato (veloce) tanto quanto quello appartenente al sistema 1 o “sistema veloce” secondo la definizione di Kahneman. Ecco, è come se le macchine, grazie alla tecnica, avessero conquistato, per un certo grado, la capacità di mimare il “pensiero veloce” – analogico -; da qui sopraggiungono una serie di riflessioni interessanti alla luce dell’esperimento proposto ovvero “interpretare” il passo Deluziano su riportato. Si è consapevoli che il termine “interpretazione” nel contesto semiologico nonché ermeneutico acquisisce un peso non indifferente: sebbene in questo scritto lo si utilizzi con una certa leggerezza, proprio tale leggerezza potrebbe rendere più piccante la riflessione per coloro che non l‘accettano (la leggerezza). Si premette, altresì, che quanto si andrà a dire deriva da numerosi esperimenti e non da uno solo. Pertanto, il processo induttivo alla base della riflessione può essere preso con un buon grado di affidabilità.






Per inciso, la citazione di Gilles Deleuze riguarda una concezione filosofica del tempo che è alquanto differente da quella intuitiva o quotidiana. Secondo questa visione, rientrante nel campo semantico del termine greco "Aion", il tempo non è una sequenza lineare di eventi che vanno dal passato attraverso il presente al futuro. Al contrario, in questo modello, è l'istante "senza spessore e senza estensione" che serve come punto di divisione tra passato e futuro.

Osservando le immagini si notano alcuni fatti:

1) Vi è una sorta di simmetria di alto livello nella composizione dell’immagine. Una “destra” e una “sinistra” e una linea di demarcazione “senza spessore e senza estensione che suddivide ogni presente in passato e futuro”.

2) Allo stesso tempo tale simmetria, ad un livello meno formale e più contenutistico, è rotta da una “scelta” cromatica che vede colori caldi a sinistra e colori freddi a destra.

3) Scendendo sempre più giù, procedendo dalla forma verso il contenuto, si evince che a sinistra vi è il passato e a destra il futuro.

4) Il passato è più caldo, con sfumature verdi e temi più naturali, il futuro è freddo, con sfumature grigio-bluastre e temi ferrosi (prodromici al dominio della tecnica? Chissà…)

5) Il rappresentare spazialmente il passato a sinistra ed il futuro a destra è tipico dell’occidentale, così come rappresentare il futuro avanti e il passato dietro, nella classica concezione lineare del tempo (un tentativo di rappresentare il divenire? Chissà…).

6) L’immagine dello specchio mostra uno spessore interpretativo ancora più spinto: un gioco di rimandi che punta a una gerarchia di astrazioni (una germinale “Teoria della mente”? Chissà…).

7) Non vi è, forse, una completa corrispondenza rispetto al passo di Deluze, specificatamente riguardo a “Aion” e ai suoi significati, i quali ruotano intorno al concetto di tempo alternandosi in età arcaica, classica, ed ellenistica, tra eternità, immobilità e durata lineare di una generazione umana (oppure forse nell’immagine dello specchio è catturato anche questo “sema”? Chissà…)

L’IA - per ora - ingurgita i prodotti della “mente collettiva” che riversiamo in libri e pagine web, per mezzo di rappresentazioni pittoriche e testuali e, come in una ragnatela di corrispondenze multimodali, genera una prodromica rappresentazione del mondo significante per noi umani, talvolta onirica, talvolta errata, talvolta intrisa di un barlume di creatività. Il “per ora” significa che stante le attuali sperimentazioni basate sulle interazioni dei modelli di linguaggio (come ChatGPT) e le tecniche di decodifica dell’attività cerebrale (penso ad un aeroplano e sullo schermo appare un aeroplano) le macchine potrebbero essere addestrate ad “interpretare” direttamente l’attività cerebrale e probabilmente a migliorare di gran lunga il proprio modello di mondo che oggi, in questa era pionieristica e sperimentale, è ancora molto approssimata nonché embrionale.

A primo acchito si può dire che si nota una tensione tra il tentativo di rappresentare i contenuti del testo così come appaiono e la “necessità” di perseguire stilemi derivanti da un bias statistico, frutto della mente collettiva nutrimento primo della macchina.

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