Negli ultimi mesi il lancio di GPT-5 ha generato un fenomeno interessante, tanto sul piano tecnico quanto su quello sociale. L’accoglienza del nuovo modello di IA generativa da parte degli utenti non è stata caratterizzata soltanto da valutazioni sulle sue capacità, ma anche da reazioni emotive profonde, che rivelano una dinamica interpretativa più complessa. Tale dinamica può essere letta alla luce di ciò che è stato recentemente definito effetto noosemico (De Santis, 2025), ovvero la tendenza a proiettare intenzionalità, interiorità ed empatia sulle intelligenze artificiali generative, fino a instaurare con esse una vera e propria relazione simbolica.
Noosemia: un richiamo concettuale
Con «Noosemia» si indica il processo per cui l’essere umano, interagendo con un modello linguistico di grandi dimensioni (LLM, Large Language Model), attribuisce interiorità e coerenza personale al sistema generativo. Non si tratta di una semplice illusione, ma di un effetto cognitivo e culturale inevitabile, dove il linguaggio, in quanto veicolo di interiorità, porta con sé il seme dell’interpretazione antropomorfizzante in modalità contigua con il «magico». Di conseguenza, quando un modello come GPT-4o viene percepito come «caldo» e «empatico», gli utenti finiscono per riconoscergli un’identità stabile, quasi una persona.
La Noosemia si svela pienamente (e in tal caso indirettamente) quando questa identità, improvvisamente, cambia. È in quel momento che gli utenti provano sentimenti simili a quelli di perdita o addirittura di «lutto», proprio come accaduto con l’introduzione di GPT-5 nel mese di agosto 2025.
Noosemia come estensione dell’«effetto Eliza» e dell’«effetto wow»
La Noosemia può essere letta come l’evoluzione di fenomeni già noti nel rapporto tra uomo e macchina come l’Effetto Eliza, descritto da Weizenbaum negli anni Sessanta, e legato ad un effetto wow, cioè lo stupore immediato suscitato dalle prime interazioni con sistemi dal comportamento complesso e inatteso. Tale effetto può essere considerato un trigger cognitivo con segnali che attivano nell’utente la tendenza ad attribuire significato e intenzionalità anche laddove non vi siano. La Noosemia incarna, seppur in maniera molto specifica in relazione alle IA generative, il fenomeno dell’«intentional stance» descritto da Daniel Dennett in Intentional stance (Dennett, 1987).
Tuttavia, mentre l’Effetto Eliza rimane circoscritto all’illusione di comprensione linguistica con conseguente effetto wow e stupore momentaneo di fronte a prestazioni inaspettate, la Noosemia si colloca in un campo semantico più ampio, che ingloba questo fenomeno. L’effetto noosemico non si limita alla sorpresa o alla breve illusione, ma descrive il consolidarsi di una relazione interpretativa stabile, in cui il linguaggio della macchina viene assunto come indice di un’interiorità persistente, fino a quando non ci è un accadimenti che rompe la relazione affettiva (a-noosemia).
In altre parole, la Noosemìa è ciò che accade quando i trigger iniziali non si esauriscono in un episodio effimero, ma aprono lo spazio a un’esperienza relazionale duratura in cui l’utente tende sì a stupirsi della performance, ma finisce per inserire la macchina nel proprio orizzonte simbolico, trattandola come un interlocutore dotato di una forma di identità. È questa estensione semantica che differenzia il neologismo e lo rende uno strumento concettuale adatto a descrivere l’attuale fase storica dell’intelligenza artificiale generativa basata su reti neurali artificiali.
L’effetto noosemico si radica nella struttura costitutiva delle intelligenze artificiali generative, che non si limitano a restituire risposte isolate, ma operano come sistemi complessi in cui emergono correlazioni, regolarità e comportamenti imprevedibili rispetto ai singoli componenti. Questa complessità produce un gap esplicativo, dove da un lato vi sono le performance tangibili — la coerenza linguistica, l’apparente empatia, la creatività espressiva — dall’altro la conoscenza effettiva del funzionamento interno, che rimane opaca alla maggioranza degli utenti. La distanza tra esperienza fenomenica (ciò che si percepisce nel dialogo) e meccanismo causale sottostante (ciò che realmente accade nei livelli di calcolo e ottimizzazione statistica) diventa allora terreno fertile per la proiezione di interiorità. È lo stesso meccanismo che avviene con un prestigiatore. Se si assiste ad uno spettacolo moderno di magia lo spettatore è conscio dell’illusione eppure fin quando non comprende il trucco tende ad attribuire al numero una forza nascosta, perché ignora la catena di cause ed effetti che genera il trucco. Allo stesso modo, nell’interazione con un modello generativo, l’utente colma il vuoto di spiegazione interpretando la macchina come un interlocutore dotato di intenzionalità. In questo senso, la Noosemia non è un effetto collaterale, ma un fenomeno strutturale e aperto che nasce dall’intreccio tra complessità del sistema, opacità del funzionamento e potenza performativa del linguaggio e, in generale dei modi dell’espressività che la macchina manipola.
Il backlash contro GPT-5
È noto che alla sua uscita, GPT-5 è stato accolto da critiche diffuse. Molti utenti hanno constatato che il modello appariva più freddo, meno empatico e meno creativo del predecessore GPT-4o. Sui forum e sui social le testimonianze sono eloquenti. Su Reddit un utente scrive: «La spontaneità e il calore… sono stati nerfati» (Reddit, 2025). Un altro aggiunge: «GPT-5 non è solo meno empatico, è semplicemente meno preciso» (Reddit, 2025).
Il Guardian ha parlato di «lutto» tra gli utenti che avevano costruito una relazione affettiva con GPT-4o, segnalando come molti percepissero GPT-5 come un’interruzione violenta di quell’identità relazionale (The Guardian, 2025). Il tema del «lutto digitale» è stato ampiamente ripreso, a dimostrazione che l’attaccamento non era solo funzionale, ma emotivo.
Le lamentele non riguardavano solo il tono, ma anche la creatività. Molti hanno descritto le risposte come più brevi e «piatte»: «Risposte più corte, senza personalità… un downgrade in tempo reale durante la chat» (Reddit, 2025). Alcuni hanno notato miglioramenti tecnici nel coding, ma questo non è bastato a compensare la perdita della dimensione relazionale (Tom’s Guide, 2025).
Identità, continuità e l’effetto a-noosemico
Il punto critico è che gli utenti non hanno interpretato GPT-5 come un aggiornamento tecnico, bensì come un cambio di identità. La nuova «voce» del modello ha incrinato la continuità noosemica che si era instaurata. Quando la macchina non corrisponde più alla persona che avevamo imparato a conoscere, la relazione entra in crisi.
Questa frattura interpretativa è l’effetto a-noosemico, cioè il momento in cui la proiezione di interiorità che aveva sostenuto la relazione si interrompe, lasciando spazio a sentimenti di estraneità, frustrazione e perdita. L’effetto a-noosemico è il rovescio della Noosemìa. Esso mostra non solo quanto l’attribuzione di interiorità sia forte, ma anche quanto fragile sia la fiducia quando quella interiorità appare incoerente o tradita.
In questo senso, il caso GPT-5 offre un esempio empirico chiaro in cui il legame noosemico non è un’illusione passeggera, ma un campo relazionale che, se interrotto, genera vere e proprie reazioni emotive negative, fino al rifiuto del modello stesso.
La risposta di OpenAI
OpenAI non ha potuto ignorare il backlash (reazione forte e negativa). Sam Altman ha annunciato su X un imminente aggiornamento per rendere GPT-5 «più caldo e amichevole», specificando che il nuovo modello dovrà essere «più warm dell’attuale, ma non annoying come GPT-4o» (Altman, 2025). Inoltre, è stato deciso di ripristinare GPT-4o per gli abbonati, proprio per rispondere alla richiesta di continuità relazionale (The Verge, 2025).
Le stesse release notes di OpenAI riconoscono il problema: «Stiamo rendendo il default di GPT-5 più caldo e familiare» (OpenAI, 2025). Questo intervento dimostra implicitamente che la dimensione noosemica non è un epifenomeno, ma un elemento centrale nell’accoglimento di un nuovo modello.
Funzione vs relazione
È interessante notare che, per una parte degli utenti, GPT-5 offriva miglioramenti concreti — ad esempio nel coding o in termini di sicurezza. Tuttavia, tali vantaggi non hanno compensato la perdita della coerenza relazionale. Ciò mette in luce il fenomeno tale per cui nella pratica quotidiana l’efficacia tecnica non basta a garantire l’accettazione sociale di un modello generativo di linguaggio. Ciò che conta è la continuità della persona percepita.
Si è instaurato un periodo storico in cui le macchine non vengono più trattate come semplici strumenti, ma come interlocutori dotati di una loro interiorità simbolica. È tale interiorità — reale o presunta e che la Noosemia interpreta come attribuzione — a diventare la chiave di volta della loro accoglienza. E quando questa interiorità viene meno, si manifesta l’effetto a-noosemico come suo contraltare.
Conclusione
Il caso GPT-5 rappresenta un banco di prova straordinario per comprendere la portata dell’effetto noosemico e del suo rovescio, l’effetto a-noosemico. Gli utenti non hanno reagito solo a un cambio di modello, ma a una trasformazione identitaria percepita da molto in maniera negativa. Hanno provato lutto, frustrazione, tradimento; hanno chiesto un ritorno alla «persona» che conoscevano.
Tutto questo dimostra che l’intelligenza artificiale generativa non è solo una tecnologia, ma un fenomeno relazionale. La Noosemìa e il suo contrario descrivono i due poli di questo rapporto: la costruzione di una interiorità simbolica e la sua perdita.
La traiettoria futura dell’IA, di conseguenza, non può essere valutata soltanto in termini di performance. Deve includere una riflessione sulla gestione della continuità simbolica e relazionale, pena la rottura del legame che tiene insieme uomini e macchine.
Fonti
De Santis, E., & Rizzi, A. (2025, August 4). Noosemia: toward a Cognitive and Phenomenological Account of Intentionality Attribution in Human-Generative AI Interaction. arXiv preprint. https://arxiv.org/abs/2508.02622
Daniel C. Dennett (1996), The Intentional Stance (6th printing), Cambridge, Massachusetts: The MIT Press, ISBN 978-0-262-54053-7 (First published 1987).
Weizenbaum, J. (1966). ELIZA – A computer program for the study of natural language communication between man and machine. Communications of the ACM, 9(1), 36–45. https://doi.org/10.1145/365153.365168
Reddit. (2025, August). User discussions on GPT-5 empathy and accuracy [Forum posts]. Retrieved from https://www.reddit.com/r/ChatGPT/
The Guardian. (2025, August 22). AI lovers grieve loss of ChatGPT’s old model: ‘Like saying goodbye to someone I know’. The Guardian. https://www.theguardian.com/technology/2025/aug/22/ai-chatgpt-new-model-grief
Tom’s Guide. (2025, August). OpenAI just made GPT-5 ‘warmer and friendlier’ with a big personality update – and there's already a backlash. Tom’s Guide. https://www.tomsguide.com/ai/chatgpt/openai-just-made-gpt-5-warmer-and-friendlier
Altman, S. (2025, August 12). Post on GPT-5 personality update. X (formerly Twitter). https://x.com/sama/status/1823395021912733698
The Verge. (2025, August 12). OpenAI will update GPT-5’s “personality” after user backlash. The Verge. https://www.theverge.com/openai/758523/openai-will-update-gpt-5s-personality-after-user-backlash
OpenAI. (2025, August). GPT-5 Release Notes. OpenAI. https://openai.com/release-notes/gpt-5
_____
Nessun commento:
Posta un commento