- La posizione di un certo essente complica originariamente la posizione della sua negazione infinita (altro da sé)
- "certo essente" indica "questo specifico essente" (e.g.,
questa specifica lampada)
- L'essenza della struttura originaria è l'essere sé dell'essente come
negazione dell'autonegazione, quindi ogni certo essente è eterno in questo specifico
senso
- la struttura originaria è un complesso di predicazioni logico-semantiche che
è fondamento anapodittico del sapere, è il fondamento della necessità
- l’isolamento porta sul piano del concetto astratto dell’astratto,
la “distinzione” porta sul piano del concetto concreto dell’astratto
- “essere” non significa “nulla” (principio di non contraddizione)
- Il positivo (essere) si oppone massimamente al negativo (nulla assoluto)
- Il positivo significare del nulla contraddice il nulla-momento semantico
(nulla assoluto) ed è autocontraddittorio ma il nulla assoluto (nulla del
nulla) è incontraddittorio
- porre il nulla come positivo significare implica la posizione dell'intero
campo semantico
- l'essere è (significa) essere, e il nulla è (significa) nulla (principio
di non contraddizione)
- la contraddizione è tra il significato “nulla” e la positività
(essere) del significato “nulla”
- Il principio di non contraddizione (non nichilistico) implica la
posizione come tolta del non essere (e il positivo significare del nulla),
quindi implica l'eternità degli essenti
- togliere significa risolvere l'aporia, che significa restaurare (detto impropriamente
"consapevolizzarsi") di un nesso necessario
- l'"insignificanza" è l'"infondatezza" o la "contraddittorietà" di un contenuto proposizionale
- l’aporia del nulla deriva da un isolamento semantico
- Il contraddirsi esiste (è un essente), la contraddizione è l'impossibile
(nulla)
- il contraddirsi non è un non pensare a nulla ma è un pensare il nulla
- il nulla è posto sia nel pensiero che si contraddice sia nel pensiero che non si contraddice; ciò implica l’opposizione tra essere e nulla
- è impossibile che l’essere non sia
- "è" significa "significa", che significa "identico"
- l’identità con sé e il non esser altro da se (in senso originario)
implica la determinatezza completa del significato
- l'identità tra un essente A con sé stesso non è identificazione dei non
identici se è solo se è posta nell'identità originaria (A=A) = (A= A) intesa
anche come A (=A) = A (= A) , che è identità delle relazioni tra A con sé
stesso.
- Le relazioni o nessi sono essenti
- L'identità tra un essente A e un essente B (A significa B ) non è
identificazione dei non identici (al di sotto della forma A=B )) se è posta
nell'identità originaria (A=B ) = (B=A ) che significa che A contiene
originariamente B (A è insieme con B ) e B significa B (all'interno
dell'identità originaria)
- la contraddizione C è l’apparire di una parte del tutto
del tutto senza che il tutto appaia nella sua concretezza
- la struttura originaria è posizione formale dell'intero, tace l'intero
concreto (contraddizione C - massima contraddizione dialettica)
- "è" è inseparabile da "ciò che" ("è" è in sintesi originaria con "ciò che"), quindi vale anche A= (B) = B (= A): “questa lampada è accesa significa l’essere acceso che è di questa lampada (, che è di questa lampada)”
- l’isolamento semantico porta ad identificare l’astratto dal concreto (contraddizione dialettica)
- l’isolamento tra soggetto e oggetto è isolamento semantico
(cntraddizione – identificazione dei non identici)
- la struttura originaria è la struttura del fondamento, quindi
dell'immediatezza
- il principio di contraddizione è l'immediatezza logica (Limm)
- l'essente è sempre determinato
- immediatezza significa non mediatezza, non mediato da niente
- immediatezza logica e immediatezza fenomenologica sono essenti identici se
considerati all'interno dell'identità originaria, (Limm = Fimm) = (Fimm = Limm)
- l'essente non si annulla ma può entrare e uscire dal cerchio dell'apparire
- l'apparire ha una triplice struttura in sintesi originaria. L'apparire appare
e appare l'apparire dell'apparire (autoapparire o autocoscienza)
- l’”apparire empirico” è l’apparire di questo o quell’essente particolare che entra e esce dall’apparire; l’”apparire trascendentale” è l’apparire della totalità di ciò che appare inclusi ogni “prima” e ogni “poi”
- l'apparire di un essere implica L-immediatamente l'apparire di sue costanti
- le costanti che appaiono necessariamente (nessi necessari) sono costanti
persintattiche
- l'isolamento dell'immediatezza fenomenologica (Fimm) implica l'apertura alla
possibilità (che costanti per sintattiche possano non apparire - apparire
finito)
- l'apparire finito non contiene quelle strutture logico-semantiche per
saturare l'intero (concretezza)
- la contraddizione C è la contraddizione da cui è affetto il finito; è contraddizione dialettica poiché si ha l’intenzione di porre l’intero ma mancando le strutture logico-semantiche (costanti) si pone l’intero formale – si esige il tutto concreto ma appare la valenza formale dell’intero
- la contraddizione C è una contraddizione negativa poiché c’è un mancemento e si distingue massimamente dalla “contraddizione normale” (il cui contenuto è nullo) in quanto da un lato appare di ciò che appare e dall’altro dal non apparire di tutto ciò che necessariamente è implicato da ciò che appare
- la contraddizione C è superata non dalla negazione di ciò che nega la struttura originaria ma dalla sua concreta posizione ovvero dal suo apparire nella totalità degli essenti (apparire infinito)
- la contraddizione C come contraddizione dialettica è mancanza e il suo
toglimento è "all'infinito"
- il semantema "infinito" è costante dell'intero
- la struttura originaria implica la propria finitezza: tace la totalità degli essenti
- la struttura originaria è un plesso di nessi logico-semantici necessari tra
predicati originari
- l'isolamento di un certo essente o di un certo nesso è negazione della
struttura originaria
- un certo isolamento non saputo è concetto astratto dell'astratto, se saputo e
inteso come originario è momento della struttura originaria ed è concetto
concreto dell'astratto
- ogni specifico isolamento porta ad una specifica contraddizione che deve
essere tolta
- la parte consaputa nel tutto è concetto concreto dell'astratto, la parte
intesa come tutto è isolamento logico, è concetto astratto dell'astratto, è
identificazione dei non identici e porta a contraddizione
- l'intero è il concreto
- la struttura originaria è il complesso logico-semantico che fa da sfondo al
sopraggiungere degli essenti nel cerchio dell'apparire
- la sintesi dialettica è originaria e non è un movimento (divenire Hegeliano
nichilistico)
- la struttura originaria nega il divenire nichilisticamente inteso ma non la
processualità, quindi non nega il tempo
- dal nulla non può divenire l'ente e l'ente non può andare nel nulla
- l'andare e venire dell'ente da nulla è la follia dell'Occidente che ha
intrapreso il sentiero della notte
- A diviene B in quanto B è originariamente in A e B è B insieme a C, D...
- Il rapporto tra l’essere che appare nella successione di eventi (attestata dall’esperienza) è l’essere (nichilistico) che non lascia nulla dietro di sé deriva dalla differenza tra il concetto concreto e il concetto astratto (isolamento)
- l’ente è eterno; l’ente che accade è eterno; l’accadimento è eterno, è necessario che l’ente accada; la sintesi tra ente e suo accadere è originaria (è un essente) e non può non essere (non può essere niente)
- destino significa lo “stare” eterno degli essenti
- essere è in sintesi originaria con esistenza; essere è in sintesi originaria con ente
- la fede che isola l’essere dagli essenti nega l’eternità degli essenti
- le parole del linguaggio (del dire della struttura originaria) come forma processuale non sono in relazione necessaria con la struttura originaria della necessità (parole diverse possono indicare lo stesso contenuto originario) ma l'apparire delle parole è in nesso necessario
- il linguaggio in quanto sviluppo progressivo (diacronico) è contraddizione ma indica la verità; al linguaggio è precluso strutturalmente di dire l’intero concreto (la struttura originaria e le sue necessarie implicazioni)
- il linguaggio nella sua diacronia isola i tratti dell’originario rendendo il non sopraggiungente, cioè il destino, un sopraggiungente
Nessun commento:
Posta un commento